Oratorio della Beata Vergine Annunziata a Bolago

Chiesetta dell'Ave Maria

 

Detto dai locali Chiesa dell'Ave Maria, per la scritta posta all'esterno sopra l'entrata, fu probabilmente eretto agli inizi del 1800. Può darsi che sia stata adattata a oratorio una stanza già di un fabbricato pre esistente.

È possibile che sia stato ricavato questo oratorio nel vecchio borgo di Bolago per maggior comodità del parroco che aveva a poca distanza la canonica.
La cappella che ha il pavimento antico in pietra, fu in passato adibita, fino alla consacrazione della nuova chiesa parrocchiale, anche a battistero (esiste ancora una vasca, con la colonna, di dimensioni notevoli).
Si trova al piano terra di un casamento nel vecchio centro di Bolago ed è utilizzata, così come le altre chiese frazionali, per la celebrazione delle Messe durante la settimana.
La piccola aula rettangolare, che è provvista di due finestre ed ha il soffitto dipinto con un cielo stellato, è dotata di un altare sovrastato da una pala, dono della Certosa di Vedana (c'è la sigla).
Nella pala, racchiusa in una cornice lignea, è raffigurata la scena dell'Annunciazione; il dipinto è attribuito al pittore bellunese Tomaso Dolabella nato forse verso il 1560 e morto ricco e famoso, dopo una vita lunga e laboriosa, a Cracovia (Polonia) dove era giunto nel 1598 su invito del re Sigismondo III.
La campanella, ora elettrificata e posta all'esterno di questo oratorio, è servita più volte in passato (allora era collocata sul tetto della vecchia canonica) per chiamare i bambini alla dottrina, i fedeli alla Messa feriale oppure quando le campane della vecchia chiesa parrocchiale erano fuori uso.

Venne fatta installare, dove si trova attualmente, dal parroco don Sergio Pellizzari dopo la vendita della vecchia canonica.

 

Alcune di queste informazioni sono tratte dal libro:

"La Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita in Libàno" di: Gianni De Vecchi e don Francesco Di Stefano.